Duello tra i Ghiacci, Megres Vs Siegfried

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>megres<
view post Posted on 3/4/2009, 20:10




Opera 1


Fu si' poco il tempo trascorso dall'investitura che mai Megres, ebbe modo d'indossar la sua Robe. Di certo un periodo di pace per la terra madre, non potea esser altro che un buon segno per chi, ivi, era abituato a viver in pace e rispetto reciproco.

Cielo solitamente plumbeo, a stento tradiva lugnoli di sole che apparivano e sparivano dietro le fitte nuvole; la temperatura al contrario d iquanto si potea immaginare, era meno pungente del solito, segno di un'imminente arrivo della primavera. Per quanto tale situazione potea esser un bene per chi vivea tra quelle terre, per Megres invero, risultava alquanto noioso e stancante. Mai ebbe ad abbandonar l'allenamento quotidiano per affinar e sviluppar al meglio le sue tecniche, al solo scopo di migliorare. Un pensiero, un desiderio pero' l'accompagnava da sempre; rtrovar e sfidare colui che fu il suo maestro, Siegfried. Dopo l'addestramento, ognuno segui' la sua strada e mai ebbe a verificarsi un incontro, per quanto casuale potesse essere. Lasciato per un periodo Asgard, il God Warrior vago' senza meta in cerca di qualcuno che potesse dargli quell'adrenalina e quella soddisfazione che tanto bramava e che il solo Alpha Uma seppe dargli; i tempi allora, pero', ancora non erano maturi.
Divenuto oramai un cavaliere del Nord, la sua bramosia nell'incontrar nuovamente il suo vecchio mestro, si facea sempre piu' grande di giorno in giorno ma tracce di lui, non v'e' n'erano da nessuna parte.

Un di' apparentemente simile a tanti altri, porto' il brasiliano a scalar quella rupe per giunger nuovamente liddove avea lasciato ricordi di un periodo che fu. Le carni vennero ad esser trapassate da una scarica d'adrenalina al solo pensiero di veder la figura del suo parigrado dinanzi a lui. Adagiato il Box al suolo, lento, s'incammino' liddove la vista della sua terra era spettacolo naturale ed intatto nel tempo. Mai dopo la fine del suo lungo addestramento v'era salito e il solo pensar di veder apparir da un momento all'altro Siegfrid, bastava a scatenargli un groviglio d'emozioni che difficilmente poteano esser spiegate. Un segno, una flebile percezione cosmica sarebbe bastata al divin guerriero per riaccender la fiamma della speranza. Invero tale desiderio, parve quel giorno esser stato esaudito. In lontananza, da un punto non ben preciso, Megres avverti un'emanazione che seppur lieve, ebbe ad esser sufficiente per destare il lui quel desiderio tanto ricercato nel tempo. Non mosse passo e non volto' lo sguardo in attesa di qualcosa, di qualcuno. Solo le iridi si chiusero e a tale gesto segui' una semplice parola.



"Finalmente."



Edited by Sion83 - 3/4/2009, 21:18
 
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Alfa Dubhe Siegfried
view post Posted on 9/4/2009, 13:19




Rincontrarsi a volte può essere un tangibile segno del destino.
Nulla va come dovrebbe, i desideri, le speranze, i sogni di ogni uomo cozzano fra loro e creano scintille le quali, simili a stelle, illuminano il buio che circonda ogni cosa.
Il buio in cui si può cadere per le proprie debolezze o per altrui volontà.
Il buio oscuro e beffardo, giocoliere e signore, di se e delle altrui paure.


* Siegfried era divenuto grazie al sudore e al sacrificio un God Warrior; fu la stessa Hilda a conferirgli tale carica ma da quel giorno egli non fu lo stesso.
A lungo aveva sognato di poterle esprimere quel che gli bruciava dentro ma ella gli precludeva ogni cosa non facendolo restare al castello ma, invero, mandandolo per lo più in giro per la nazione ad affrontare le più disparate missioni.
In una delle ultime si era recato a nord di Asgard per controllare che le difese in quel punto fossero sufficienti ad affrontare eventuali attacchi e con gioia si accertò che anche in quei luoghi, l’amore per la propria patria faceva si che ogni soldato fosse pronto a sacrificarsi senza fallo.
Prima di ripartire il beffardo giullare chiamato destino volle fargli incontrare una persona che probabilmente avrebbe potuto dare una scossa alla sua vita.
Neri i crini e dello stesso colore le iridi illuminavano, insieme al suo sorriso accompagnato da quelle fossette che bucano le gote, il cuore oramai nascosto nel buio del giovane Asgardiano il quale, senza rendersene conto, si trovò a parlare con siffatta bellezza come fossero conoscenti di vecchia data.
I giovani si scambiarono la promessa che si sarebbero presto rivisti nella capitale dove Siegfried avrebbe portato la sua nuova amica in un posto dove solo la natura e l’aria rarefatta potevano accompagnare i pensieri di coloro i quali volevano restar soli alla ricerca della propria serenità.
Uniti erano i due dal desiderio di fuggire dalle proprie ombre.
Tale promessa venne ben presto mantenuta e, mentre i due erano persi nei loro piccoli mondi, ecco giungere una persona con la quale il drago asgardiano aveva passato molto tempo, una persona a lui molto cara. *

“ Sei tu vero, Megres??? Ti ricordi del tuo maestro??? “

* Con lo sguardo fiero di una volta, fissava il brasiliano diretto nelle iridi. *

 
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>megres<
view post Posted on 30/6/2009, 10:22




Opera2


Mai quel tono di voce avrebbe potuto esser frainteso. Anche tra un centinaio di persone quel timbro cosi' profondo e autoritario si sarebbe distinto. Dopo tempo, troppo per chi attendea quel momento da una vita, ritrovar il suo mentore fu d'immenso piacere e profondo sollievo. Lo sguardo del brasiliano rimase per attimi brevi ma intensi, a fissar quello altrui. Avrebbe voluto dire tante, troppe cose, ma in quel momento l'emozione non gli permetteva di muover passo.


"Si!!! Sono io....Siegfried!"


La voce tradiva non poco un'emozione dettata dal passar del tempo. Megres avea sempre saputo che un giorno l'avrebbe rivisto e l'avrebbe affrontato; desiderio il suo, nato e vegetato dai tempi dell'addestramento. Inferiore era allora, acerbo e non prossimo allo sbocciare, il brasiliano osservava con rispetto e ammirazione quella figura imponente e dall'indubbia forza e risolutezza. Un giorno avrebbe duellato alla pari con chi, della forza di quell'algida terra, potea ben vanatrsi; tenergli testa ed affrontarlo era il desiderio piu' grande di Megres, desiderio che finalmente parea esser giunto ad un punto di non ritorno.
La mancina si poggio sul fianco, un riso si paleso' sul volto nel mentre le iridi si chiusero, anticipando parole apparentemente prive d'emozioni.


"Sono contento che tu abbia trovato una donna che ti ami e ti segua....che dia la vita per te. Tutti dovrebbero aver una persona che darebbe la vita per il proprio uomo, tutti eccetto chi nasce solitario nell'animo..!! Non di certo pero' e' questo il momento di soffermarci su discorsi che sono ben lungi da cio' che si consumera' su questo suolo, su questa di terra ch'ebbi modo di saggiar piu' e piu' volte durante l'addestramento."


Due, forse tre passi laterali, portarono il nordico a defilarsi dal suo maestro, per poi con un cenno dell'indice, invitarlo a seguire.

"Credo che la tua donna possa prendersi un momento di liberta', rimanere qui potrebbe esser pericoloso per lei, non ci devono esser ostacoli a quel che sara' il nostro duello, non credi Siegfried?"

 
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Alfa Dubhe Siegfried
view post Posted on 21/1/2010, 11:59




"AH AH AH AH AH "



* Non riuscì a trattenere le beffarde risa il biondo guerriero, troppe invero erano le inesattezze pronunziate dal suo ex allievo.
Costui parlava di amore senza sapere cosa oscurasse il cuore del nobile asgardiano; egli aveva una concezione del tutto particolare di questo inspiegabile sentimento la quale andava a cozzare col desiderio di avere una donna pronta a dare la vita per l'amato.
Non era questo ciò che egli bramava, il suo spirito cavalleresco non poteva permettere in ogni caso che una fanciulla si sacrificasse per lui, il suo essere guerriero, il suo orgoglio, non lo avrebbero mai permesso.
Tutte queste erano in realtà solo delle piccole sfaccettature del suo interno; non era questo il momento di disquisirne ed egli stesso stentava a capire come mai le prime parole che Megres gli rivolse non erano cariche di gioa per aver rivisto il suo mentore, ma essere pareano simili a ondate di ingraditudine e di gelosia.
Questo non gli sembrava possibile, il rapporto che si instaura fra chi insegna e chi apprende solitamente è colmo di rispetto e di devozione, ma in quello che aveva udito egli non ne trovava traccia alcuna.
Il sorriso presto cambiò la conformazione delle labbra del nordico che disegnarono per lo più un ghigno di rabbia, voltandosi e dando aria alla sua chioma dorata, guardò la ragazza e con uno sguardo dolce ma intenso le intimò di indietreggiare.
A quel punto scrutò dal basso verso l'alto il brasiliano il quale chiaramente lo stava sfidando a singolar tenzone, non volle pensare al perchè, direttamente a lui si rivolse. *



" Beh mio giovane amico, sembrerebbe che nulla è rimasto in te dei miei insegnamenti. Oltre alle arti belliche e alla conoscenza del tuo cosmo, mi sembrava di averti insegnato cosa fossero il rispetto e la devozione verso chi ha cercato di migliorarti. "



* Dopo un interminabile silenzio, riprese il discorso.*



" A quanto vedo, devo aver miseramente fallito. Dopo immemore tempo ci reincontriamo e non sai far altro che minacciare la mia persona invitandomi a confrontarmi con te.
Ora, se da un lato il mio orgolgio guerriero è soddisfatto di ciò, al tempo stesso la mia posizione e la mia esperienza bloccano la mia brama di testare quanto tu sia potuto migliorare in mia assenza. "



* Siegfried stringeva i pugni e al tempo stesso gesticolava, come a far capire a Megres l'importanza della sue parole ma sopratutto di quello che voleva significare essere dei God Warrior.*



"Devo ricordarti che facciamo parte dello stesso esercito e dovremmo pensare solo ed esclusivamente a difendere la nostra terra, dobbiamo sempre essere pronti e nel pieno delle forze in quanto i nostri nemici non attendono altro che una crepa nelle nostre fila per poter avere l'ardire di muovere il pugno contro di noi. "



* Mentre disquisiva si era in qualche modo adirato, non credeva dovesse far capire che una lotta fra due guerrieri del nord avrebbe portato solo negatività; nulla avrebbe portato giovamento alla loro terra della quale essi erano schiavi.
Ma il Drago asgardiano sapeva anche che i giovani guerrieri erano sempre troppo carichi per poter ragionare su quale fosse la loro reale posizione e per un attimo pensò che dove non arrivano le parole potessero arrivare le sferzate dei suoi colpi.
Lo guardò in malo modo e concluse il suo discorso. *



" Dopo aver sprecato queste parole vorrei capire cosa realmente tu voglia, ti dico però che qualora tu volessi confrontarti con me, non potremmo indossare le nostre Toghe Divine perchè esse potrebbero danneggiarsi e non essere pronte a difenderci contro nemici della nostra regina.
Sei sicuro di volermi affrontare a corpo nudo con la consapevolezza che i nostri colpi potrebbero donarci il soffio gelido della morte???
Io e te siamo nulla, noi passeremo alla storia prima o poi, ma Asgard regnerà sempre splendente e fiera.
Noi possiamo anche morire, non le nostre Robe, altri le potranno indossare, altri difenderanno la nostra gente.
Altri.... non noi....
Sei sicuro di voler combattere??? "



* Sicuro di se, della sua forza e del suo pugno, attese le prossime mosse del caro Megres. *



SPOILER (click to view)
ot...scusami...ma megg arrutat xD
 
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3 replies since 3/4/2009, 20:10   168 views
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