* Mentre l'eroe asgardiano bardato della sua God Robe attendeva il suo avversario, man mano il cielo diveniva sempre più cupo ed una strana sensazione lo attanagliava quasi a fargli disperdere la concentrazione dall'ultimo duello che, a breve, si sarebbe svolto. *
° Ma cosa diamine sta succedendo, prima gli spettatori, poi l'oscurità ed infine quest’inspiegabile attrazione gravitazionale dal cielo, si direbbero quasi dei fantomatici buchi neri. °
* In altre occasioni Siegfried non si sarebbe curato di quello che avveniva intorno a se ma, sarà stata l'attesa per il prossimo sfidante, oppure l'inquietitudine che provava da quando era partito, fatto sta che le sue non erano sensazioni del tutto positive.
Fin dal momento in cui il suo venerabile maestro Thor lo aveva convocato frettolosamente a palazzo, un’imprevedibile ansia aveva fatto comparsa nel suo io; inoltre tutto il mistero in cui era avvolta la sua partecipazione al torneo, aggiunta all'incontro addirittura con un servo di Ade, erano ovviamente segnali non del tutto incoraggianti i quali, sommati a tutte quelle strane manifestazioni che davano proprio sfoggio sull'isola, instaurarono nel suo animo una preoccupazione diversa dalla normale tensione che si prova alla vigilia di una battaglia.
Tale stato d'animo era mitigato dalla voglia di combattere che il giovane aveva, dal suo spirito guerriero nonché dalla sua brama di gloria.
Ma non era uno stolto Siegfried e, come detto, l'attesa del suo sfidante fece sì che quella che all'inizio poteva sembrare una semplice sensazione, diventasse qualcosa di più preoccupante. *
° Thor il mio maestro mi ha mandato qui dicendomi semplicemente di non pormi domande. La sua espressione, pensandoci bene, non era del tutto serena. Lo stesso incontro con Kagago non è stato del tutto normale, le leggende narrano che non è del tutto facile incontrare gli Spectre di Ade e non credo che egli fosse qui per puro caso. °
* Scosse il capo, tutti quei pensieri non erano di certo utili alla sua concentrazione e, chiunque fosse stato l'avversario da abbattere, sarebbe stato di certo un guerriero degno di tale titolo.
Aveva, infatti, su se stesso constatato le capacità ed il valore dei combattenti con i quali aveva incrociato i pugni e, probabilmente, l'ultimo ostacolo non sarebbe stato inferiore agli altri, anzi.
Perso in quei suoi pensieri quasi non avvertì il cosmo dell'uomo che lentamente si dirigeva verso di lui. *
° Sarà lui il mio ultimo avversario??°
* La figura era quella di un giovane più o meno della sua età, dai neri crini, vestito all'apparenza non propriamente da guerriero e, invero, Siegfried rimase leggermente perplesso.
Il non aver avvertito l'altrui cosmo poteva non essere stato un errore di distrazione e quindi colui che gli si parava davanti, altri non era che un fortunato sopravvissuto.
Ma le parole dell'uomo tolsero all'asgardiano ogni dubbio, egli era Ikki, Saint di Atena ed era senza ombra di dubbio il proprio sfidante.
Dalle parole dell'avverso si percepiva una spavalderia degna di nota e al tempo stesso un'insolita aggressività.
La cosa lo incuriosì, facendo due rapidi conti capì che a quel torneo stavano in pratica partecipando rappresentanti d’ogni schiera divina; infatti, aveva come detto combattuto sia contro uno Spectre che un God Warrior di Blu Grado, in quel momento stava per affrontare un cavaliere fedele alla Pallade Dea.
La cosa gli parve strana, non sapeva con chi altri, oltre a Gou, avesse combattuto Ikki, pensò che fosse probabile che avesse addirittura incontrato un Marine Shogun di Poseidone e a quel punto tutto sarebbe quadrato. *
° Vuoi vedere che gli Dei stanno giocando con noi?? Bah potrei chiedere a lui ulteriori informazioni, ma per prima cosa... °
* Siegfried era una persona educata e non volle far attendere più del dovuto il suo sfidante, per questo all'improvviso la mentoniera che gli copriva il volto scomparve, le sue mani si adagiarono ai lati dell'elmo e con un lento gesto verso l'alto si liberò della protezione facendo sì che, dopo piccoli movimenti del capo, simili quelli di diniego, due ciocche del suo biondo crine gli si posassero fra il petto e la clavicola.
Guardandolo negli occhi, con voce ferma ma allo stesso tempo cordiale, rispose alle sue domande. *
" Salute a te, Bronze Saint della Fenice.
Il mio nome è Siegfried di Dubhe della stella Alfa e appartengo alla nobile stirpe dei God Warrior, coraggiosi guerrieri fedeli al Sommo Odino. "
* Attese che il suo verbo arrivasse agli altrui orecchi per proseguire lentamente. *
" Le tue, perdonami, sono parole dure e vagamente fuori luogo.
Fanno intendere che tu sia una persona convinta della propria forza e determinata alla vittoria.
Potrei anche sbagliarmi ma difficilmente questo avviene, di solito percepisco alla prima impressione che genere di persona mi trovo innanzi.
Ebbene dimmi, affermi di voler vincere per espresso volere della tua Dea ed inoltre, quasi intimidisci la mia persona semplicemente per sapere la mia casta e quali sono le mie intenzioni.
Sappi che io non ho la minima idea di quali siano stati i grezzi personaggi con i quali hai avuto modo di scontrarti fino al nostro incontro; invero so soltanto che hai sconfitto, come me, Gou di Blu Grado ma per il resto non posso dire di conoscere altri particolari.
Però voglio avvisarti di una cosa, io Siegfried, non mi ritengo appartenente ad una stirpe d’individui volgari e rozzi, non ho mai mancato di rispetto a chicchessia in nessuna occasione... "
* Sorrise per un attimo. *
"...ovviamente escluso in battaglia.
Ti domanderai come mai tutto questo parlare, beh avrai subito modo di capire con chi hai a che fare.
Mi dici che la tua Dea, che ovviamente rispetto ma, mi perdonerai, non posso venerare, ti ha impartito l'ordine di vincere.
Sappi che il sommo Odino non mi ha indirizzato in tal senso, semplicemente ha voluto donarmi la God Robe che come vedi indosso per rendermi imbattibile. L'unico appunto che il mio Dio ha portato è stato quello di salvare il mondo e di onorare la mia amata terra natia. "
* Parole queste cariche di rispetto nei confronti dell'altrui fede, non voleva offendere in alcun modo la Dea protettrice del Saint giacché non avrebbe in alcun modo perdonato chi avesse mosso anche un semplice appunto all'adorato Dio.
Pertanto, sempre con tono pacato e man mano più amichevole, continuò a parlare. *
" Ora ho due domande da porti, la prima è che vorrei sapere se sai qualcosa di più in merito a tutti questi stravolgimenti climatici e non.... la seconda...perché non indossi sacre vestigia??? "
* Certo Siegfried era lì per combattere e quindi per vincere, ma egli era una persona retta e proba, non voleva avere nessun tipo di vantaggio e per questo si preoccupava del fatto che Ikki fosse privo di cloth. *
" Sappi che, ci fossimo trovati ad Asgard e tu fossi stato un invasore, non ti avrei chiesto nulla, al solo vederti parare innanzi alla mia persona con fare minaccioso avrei a te rivolto il mio pugno..... ma non è questo il caso.
Immagino che ci abbiano usato per qualcosa che va al di là dell'umana comprensione, ma nonostante questo come ti dicevo poc'anzi, stimo le persone che come me credono nei propri ideali, giusti o sbagliati che essi siano.
Inoltre sono perfettamente consapevole che non è questo assolutamente il luogo dove sedersi e magari sorseggiare qualche buon vino per disquisire su questi argomenti...
Questo è semplicemente un ring, un posto dove scontrarsi.
Quindi ti prego, se sai qualcosa che a me sfugge ti prego di rendermene partecipe e infine ti richiedo del tuo cloth.
Se vorrai incrociare i pugni contro di me vorrei che tu fossi nel pieno delle tue capacità. "
* Da fraterno, il tono di voce divenne man mano più pieno di se. *
" Non sia mai che un domani i posteri raccontassero che il nobile Siegfried abbia levato i suoi colpi su qualcuno avendo il vantaggio dell'armatura.
Pertanto indossala, altrimenti sarò costretto a togliere, mio malgrado, la mia.
Ma sappi che in un combattimento senza protezioni avrei un considerevole vantaggio e non so fino a che punto ti converrebbe lottare corpo a corpo con me senza l'ausilio dell'armatura. "
* Nuovamente il suo timbro tornò ad essere sereno e pacifico. *
" La mia, attento, non vuole essere una manifestazione di superiorità né una trappola.
E' il mio orgoglio guerriero che me lo impone. "
* Chiuse le ali della Robe per far capire il suo atteggiamento non propriamente aggressivo e, con l'elmo sotto il braccio sinistro, attese le risposte che bramava tacendo ovviamente sulla particolarità del suo fisico, sperando in cuor suo che l'avverso percepisse appieno la lealtà delle sue parole. *